11 Marzo 2023

Brexit finalmente completa: accordo sul protocollo dell’Irlanda del Nord

(di Michele Spangaro)

Dopo anni di trattative la Commissione europea e il governo britannico hanno raggiunto un accordo politico di principio sul cosiddetto quadro di Windsor. Si tratta di un insieme di soluzioni congiunte ai problemi creati dal protocollo sull’Irlanda del Nord, cioè le regole speciali applicate nella nazione in seguito alla Brexit per evitare un confine fisico sull’isola. L’accordo è stato siglato da un incontro della presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, e il premier britannico, Rishi Sunak.

I problemi del passato e la necessità di evitare violenze
Quando l’allora premier Boris Johnson e l’allora presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, raggiunsero un accordo sul divorzio nell’ottobre del 2019, rimase aperto il nodo nord irlandese. Il problema è che l’appartenenza all’Ue aveva permesso di eliminare la frontiera fisica tra la Repubblica d’Irlanda, governata da Dublino, e la parte nord dell’isola che ricade sotto la sovranità di Londra. Fu proprio la scomparsa di un confine fisico a facilitare gli accordi di pace del Venerdì Santo del 1999, ma con la Brexit però c’era il rischio che il confine fisico tornasse, e con esso le tensioni e le violenze dei tempi dei Troubles. Per evitarlo Johnson e Juncker avevano messo a punto un Protocollo speciale che stabiliva che nonostante l’Irlanda del Nord continuasse ad essere politicamente britannica, dal punto di vista commerciale restava all’interno dell’Unione doganale europea. In questo modo il confine fisico era stato spostato sulle coste dell’isola, ma questo però significava che anche le merci che transitavano dalla Gran Bretagna all’Irlanda del Nord, pur rimanendo nella stessa nazione, dovevano sottostare a dei controlli e rispettare regolamenti e tassazioni non decise a Londra ma a Bruxelles. Questa e una serie di altre regole avevano scatenato feroci proteste tra i più accesi sostenitori della Brexit, ma anche dei problemi burocratici che avevano creato pesanti impedimenti commerciali.  Al momento tutte le merci e i prodotti che arrivano in Irlanda del Nord devono essere trattati come se entrassero nell’Unione Europea. L’Ue aveva insistito su questo punto per preservare l’integrità del mercato unico e dell’unione doganale, ma questo aveva di fatto creato delle frontiere per le merci sulle coste dell’isola, aumentato la burocrazia e impedito l’accesso di determinati prodotti.

Il nuovo accordo raggiunto, che dovrà ora essere ratificato dal parlamento di Westminster, dovrebbe eliminare la gran parte di questi problemi. Le soluzioni riguardano, tra l’altro, nuove disposizioni in materia di dogane, agroalimentare, medicinali, Iva e accise, oltre a strumenti specifici volti a garantire che la voce della popolazione dell’Irlanda del Nord sia meglio ascoltata su questioni specifiche.

Elementi principali dell’Accordo 

  • Allineamento alle norme dell’UE: L’Irlanda del Nord rimarrà allineata a un numero limitato di norme dell’UE, in particolare per quanto riguarda le merci, e il codice doganale dell’Unione si applicherà a tutte le merci che entrano in Irlanda del Nord. In questo modo si eviteranno i controlli doganali sull’isola d’Irlanda.
  • Il nuovo accordo prevede un corridoio verde che libera la circolazione delle merci dal Regno Unito verso Belfast. Niente più ostacoli burocratici, controlli doganali e impedimenti di altro tipo, mentre per quanto riguarda le merci esportate dall’Irlanda del Nord nell’Unione Europea viene creato un corridoio rosso che prevede controlli, così da garantire l’integrità del mercato unico europeo. Inoltre, l’accordo garantisce al popolo nordirlandese l’accesso ai beni essenziali del Regno Unito, per esempio le medicine. Finora i farmaci approvati dall’ente di regolamentazione britannico e prodotti in Inghilterra, Scozia e Galles non entravano liberamente in Irlanda del Nord, ma erano sottoposti ai controlli propri delle altre merci. Questo rischiava di produrre situazioni di carenza a causa dei ritardi e blocchi della circolazione commerciale;
  • dazi doganali dell’UE si applicheranno alle merci in entrata nel territorio dell’Irlanda del Nord se esiste il rischio che tali merci vengano immesse nel mercato unico dell’UE. Non saranno invece riscossi dazi doganali sulle merci che arrivano in Irlanda del Nord dal resto del Regno Unito se può essere dimostrato che non sussiste il rischio che entrino nel mercato unico dell’UE.

La questione IVA ed Aiuti di Stato
Al momento l’Irlanda del Nord deve seguire le regole del mercato unico dell’Ue in settori quali l’Iva, gli aiuti di Stato e le imposte sugli alcolici, ma questo ha impedito a Londra di concedere sgravi fiscali e aiuti pubblici legati alla crisi energetica, come quelli ad esempio sui materiali a risparmio energetico come i pannelli solari. Con il nuovo accordo, si prevede che tali regolamenti dell’Ue vengano disapplicati in Irlanda del Nord e che la provincia segua le norme britanniche anziché quelle dell’Ue in materia di aiuti di Stato.

La questione Corte di Giustizia
Uno dei punti più sensibili per i fautori della Brexit era che secondo il vecchio accordo, in caso di dispute tra Londra e Bruxelles sul rispetto dei patti, l’arbitro era la Corte di Giustizia Ue, che di fatto ora per i britannici è un tribunale straniero. Si tratta di casi a dir poco rari, ma i critici temevano che l’Ue avesse il diritto di avviare automaticamente procedure di infrazione. Con il nuovo compromesso viene istituito un nuovo collegio arbitrale che coinvolga i giudici dell’Irlanda del Nord, in particolare in relazione ai controlli sanitari e fitosanitari, eliminando la Corte di giustizia europea come primo approdo, ma lasciandola come Corte di ultima istanza.

La questione del diritto al “freno”
A seguito di intense discussioni tra l’Irlanda e il Regno Unito, l’UE e il Regno Unito hanno convenuto di creare un nuovo meccanismo “di consenso” che darà all’Assemblea dell’Irlanda del Nord una voce decisiva sull’applicazione a lungo termine del diritto dell’UE pertinente in Irlanda del Nord.

Infine, per accontentare gli unionisti che temevano di finire sotto il controllo dell’Ue, Sunak ha strappato il cosiddetto “freno di Stormont”, dal nome della sede del Parlamento nord irlandese, che avrà appunto il diritto a un “freno”, un veto su eventuali nuove regole del mercato unico europeo nella regione, e in questo modo di “salvaguarda la sovranità” della nazione, ha rivendicato Sunak.

Il meccanismo di consenso riguarda le questioni sostanziali dell’allineamento normativo in materia di merci e dogane, mercato unico dell’energia elettrica, IVA e aiuti di Stato.

In pratica questo significa che quattro anni dopo la fine del periodo di transizione l’Assemblea potrà, a maggioranza semplice, acconsentire a prorogare l’applicazione della pertinente normativa dell’Unione o votare per interromperne l’applicazione, nel qual caso il Regno Unito ne informerà l’UE. In caso di interruzione, il protocollo cesserà di applicarsi due anni dopo.

Successivamente l’Assemblea potrà votare ogni quattro anni per prorogare l’applicazione della pertinente normativa dell’Unione. Qualora in una votazione dell’Assemblea il mantenimento dell’applicazione della pertinente normativa dell’Unione ottenga l’appoggio transcomunitario, la votazione successiva avrà luogo dopo otto anni.

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