20 Settembre 2024

Focolai di peste suina africana negli allevamenti

(Di Giada Battaglia)

È Giovanni Filippini, Direttore Generale della Sanità Animale, il nuovo Commissario Straordinario per la lotta alla Peste suina africana, nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri l’8 agosto 2024, dopo il report degli esperti del Veterinary Emergency Team (EUVet) della Commissione europea.

La delegazione EUvet aveva svolto una missione in Lombardia ed Emilia-Romagna, dal 2 al 4 luglio scorsi, a seguito della quale aveva evidenziato la necessità di migliorare la strategia di controllo della malattia nel Nord Italia e di creare un piano “comune” e “coordinato” per l’intera area, oltre a un “urgente piano B esteso per il controllo e l’eradicazione della malattia” anche per evitare la possibile diffusione a Est e Sud verso la Toscana.

In seguito a ciò, l’allora Commissario alla PSA Vincenzo Caputo ha rassegnato le dimissioni e l’incarico è stato conferito al dott. Giovanni Filippini, il quale, subito dopo la nomina, ha dichiarato: “La nuova struttura commissariale ha immediatamente dato continuità alle azioni sanitarie di controllo e gestione dell’emergenza. Allo stesso tempo è stata elaborata, anche alla luce delle raccomandazioni formulate in esito alla missione degli esperti della Commissione europea, una rimodulazione della strategia già condivisa con i Ministeri competenti e pronta a essere trasmessa a Bruxelles”.

“Dopo l’esperienza iniziale del dott. Angelo Ferrari, sostituito dal dott. Vincenzo Caputo, ora siamo alla nomina del terzo Commissario Straordinario. La filiera chiede adesso un deciso cambio di passo che porti a consolidare rapidamente i risultati programmati, attesi e appena accennati”, ha dichiarato il Direttore di ASSICA, Davide Calderone.

“Il neo designato Commissario è persona di comprovata esperienza e competenza, sul cui operato non ci sono dubbi di sorta. Oltre alle risorse, il fattore tempo è un’altra chiave della lotta alla PSA. Con la fine dell’estate e l’approssimarsi dell’autunno dobbiamo farci trovare solidamente al riparo da nuovi focolai per offrire qualche certezza agli operatori che con ogni probabilità dovranno fronteggiare anche un nuovo rincaro degli energetici”, ha concluso il Direttore.
“Non ci siamo mai persi d’animo in questi oltre due anni di lotta alla PSA nell’Italia continentale, nemmeno nei momenti più bui e peggiori”, gli ha fatto eco il Presidente ASSICA, Lorenzo Beretta.

“Oggi affrontiamo una situazione eccezionale, ulteriormente preoccupante: per questo non ci aspettiamo miracoli dalla struttura commissariale e dal nuovo Commissario. Ci aspettiamo però poche cose concrete:

  • tempestività di azione;
  • disponibilità di risorse: un anno fa abbiamo chiesto con insistenza 50 milioni di euro per le misure di contenimento ed eradicazione. Non chiediamo soldi per indennizzare i danni subiti dalle aziende, ma investimenti per salvare un settore produttivo del Paese e i suoi oltre 40.000 posti di lavoro diretti. Servono fondi disponibili da subito. Altrimenti anche i migliori professionisti della materia si vedranno limitati nelle proprie azioni;
  • gioco di squadra perché tutti i dicasteri facciano la loro parte e mettano a disposizione tutte le loro possibili energie per aiutare una filiera che non si rassegna di fronte alle difficoltà”.

Ad aggravare pesantemente la situazione, a fine luglio sono state riscontrate le prime positività per PSA in suini allevati in Piemonte e, in un costante crescendo, ad oggi siamo arrivati a registrare 28 focolai nel domestico: 19 in Lombardia, 8 in Piemonte e 1 in Emilia-Romagna.

Questo aumento di casi ha allarmato le Autorità sanitarie, che hanno ulteriormente rafforzato le misure di contenimento per contrastare l’espansione del virus, limitando fortemente le movimentazioni degli animali e innalzando i controlli di biosicurezza negli allevamenti. Inoltre, il 29 agosto il Commissario Straordinario ha emanato l’Ordinanza n. 3, in vigore fino al 30 settembre, per inasprire i divieti di movimentazione degli animali e di accesso agli allevamenti situati nelle zone di restrizione I, II, III di Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna.

L’Ordinanza dispone anche che, qualora venga accertato uno stato di carenza strutturale o gestionale dei requisiti di biosicurezza non sanabile entro un periodo massimo di 15 giorni, il Servizio veterinario territorialmente competente ordini lo svuotamento degli stabilimenti.

Negli allevamenti di suini situati nelle zone di restrizione I, II e III delle regioni Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna “è vietato l’accesso di qualsiasi automezzo ad eccezione di quelli destinati a trasportare i mangimi, carcasse e liquami e di quelli destinati al trasporto in deroga degli animali verso il macello”.

L’Ordinanza dispone il divieto di “ingresso di qualsiasi persona ivi compresi i veterinari liberi professionisti, i tecnici di filiera, i mangimisti nonché di qualsiasi altra persona non direttamente connessa con la gestione quotidiana degli animali”; di “qualsiasi manutenzione o lavoro ordinario non strettamente connessi a interventi a garanzia del benessere animale che andranno preventivamente autorizzati dal Servizio veterinario territorialmente competente”.
Inoltre, nei comuni ricompresi nelle zone di restrizione sono vietate mostre, mercati, fiere, esposizioni e ogni altra manifestazione o aggregazione in presenza di carattere agricolo/zootecnico che coinvolga il settore suinicolo.

“Non emanerò un’ulteriore ordinanza, prima dei risultati delle nuove misure”, ha dichiarato il Commissario Giovanni Filippini. “Bisogna essere prudenti e la situazione, legata a un’ondata epidemica, è complessa ma non drammatica. È chiaro che c’è tantissima preoccupazione da parte di associazioni e allevatori”.

CONDIVIDI L’ARTICOLO
Torna in alto