22 Aprile 2024
“Una sola Europa, una sola dogana”: in arrivo la riforma del codice doganale unionale
(di Fulvio Liberatore)
l report del 31 marzo 2022 del Wise Persons Group on Challenges Facing the Customs Union (WPG), un gruppo di esperti incaricato dalla Commissione per ottenere una visione condivisa sullo sviluppo delle dogane dell’Unione, ha delineato le direzioni che la riforma della normativa doganale dell’Unione Europea dovrebbe seguire per realizzare la visione di un’unica Europa e un’unica dogana. Il WPG propone una riforma dell’Unione Doganale in cinque ambiti chiave:
- rafforzamento del confine esterno unico per la sicurezza e l’autonomia dell’UE;
- promozione del modello europeo attraverso controlli doganali orientati alla sostenibilità e ai diritti umani;
- miglioramento della riscossione delle entrate doganali;
- integrazione dell’ambiente nelle pratiche doganali;
- semplificazione delle procedure per gli operatori economici in cambio di maggiore responsabilità, incluso l’e-commerce. Sulla base del lavoro del WPG e della volontà espressa dal Parlamento europeo di modernizzare radicalmente gli istituti e le procedure doganali, è stata formulata la proposta di riforma del Codice Doganale dell’Unione, presentata dalla Commissione il 17 maggio 2023. La riforma è stata approvata in prima lettura del Parlamento europeo il 13 marzo 2024 con ben 292 emendamenti e potrebbe avvenire quest’anno o, al più tardi, entro il 2026. Gli obiettivi attuali della riforma sono legati allo sviluppo di un sistema doganale integrato, accettato da tutti gli Stati Membri, in grado di superare le divergenze che caratterizzano le normative e le pratiche applicative nazionali.
SOSTENIBILITÀ E SVILUPPO
Attualmente, gli obiettivi della riforma sono orientati verso lo sviluppo di un sistema doganale integrato, condiviso da tutti gli Stati Membri, volto a superare le divergenze normative e le differenze nelle prassi applicative nazionali. Tale riforma risponde alle attuali pressioni sulle dogane dell’UE, derivanti principalmente dall’incremento considerevole dei volumi commerciali – soprattutto nel settore del commercio elettronico – e dai cambiamenti geopolitici in atto. Nel campo della legislazione ambientale, le autorità doganali sono coinvolte da un lato nell’applicazione di diverse normative, tra cui quelle concernenti la lotta contro i cambiamenti climatici, con l’obiettivo di minimizzare le emissioni di sostanze pericolose; dall’altro, nel far rispettare le nuove normative dell’Unione per contrastare la deforestazione e il degrado forestale. La proposta relativa all’iniziativa sui prodotti sostenibili incoraggia le autorità doganali a confrontare le dichiarazioni doganali con le informazioni sulle merci importate contenute nel passaporto digitale dei prodotti, recentemente istituito, al fine di limitare gli impatti ambientali negativi del ciclo di vita dei prodotti commercializzati nell’UE.
LE PRINCIPALI NOVITÀ DELLA RIFORMA
La riforma del Codice prevede che le imprese impegnate negli scambi internazionali potranno registrare tutte le informazioni sui prodotti e sulle catene di approvvigionamento in un unico ambiente online, superando tutti i sistemi informatici degli Stati Membri: l’EU Customs Data Hub (EuCDH centro doganale digitale dell’Unione). Una nuova autorità doganale dell’UE, la EU Customs Authority, governerà l’EuCDH e contribuirà a migliorare la cooperazione tra autorità doganali, autorità di vigilanza del mercato e autorità di contrasto a livello nazionale e dell’UE. Il centro doganale digitale dell’Unione sarà operativo, esclusivamente per l’e-commerce, a partire dal 2028; seguiranno, su base volontaria, gli altri operatori e, nel 2033, l’utilizzo dell’EuCDH diventerà obbligatorio per tutti, con grandi benefici e semplificazioni per le imprese unionali. Il nuovo sistema fornirà alle autorità doganali una visione d’insieme delle catene di approvvigionamento e dei processi di produzione delle merci che entrano ed escono dall’UE. La riforma introduce, poi, lo status di Trust and Check Trader (TCT), che andrà a sostituire l’AEO-C, con l’obiettivo di agevolare gli scambi internazionali per gli operatori compliant: lo status di TCT consentirà, in particolare, lo svincolo delle merci da parte della dogana senza necessità di azioni dirette da parte di quest’ultima. I controlli doganali sui TCT seguiranno l’approccio noto come System-based Approach (SBA), che prevede ispezioni periodiche di natura sistemica anziché focalizzarsi sulle singole transazioni.
SPORTELLO UNICO DOGANALE
Di particolare interesse per i nostri associati sono le semplificazioni dovute all’introduzione della EU Single Window Environment for Customs (EuCSW, l’ambiente dello Sportello Unico dell’Unione europea per le dogane), che sarà introdotto a partire dal 2028, integrando e ampliando le funzioni oggi svolte, in Italia, dallo Sportello Unico delle DOgane e dei COntrolli (SU. DO.CO). La piattaforma semplificherà significativamente le operazioni di import ed export per gli operatori economici grazie alla creazione di un Single entry point, ovvero, di un’interfaccia unica per la presentazione di tutti certificati e le informazioni necessarie. Specularmente, i controlli necessari da parte delle “autorità competenti partner” (Partner Competent Authorities – PCA) si appoggeranno sul One Stop Shop, ovvero un luogo e un momento unico per l’effettuazione dei controlli. L’EuCSW renderà possibile alle imprese il monitoraggio della dichiarazione doganale e di tutti gli eventuali controlli. La proposta rappresenta, in forma operativa, il primo step del cammino verso la vision disegnata dal documento Future Customs del 2020 “una sola Europa, una sola dogana”. Nel prossimo numero approfondiremo la risposta nazionale alla necessità di allineare le procedure doganali agli standard unionali nel rispetto delle specificità del nostro Paese.