25/01/2023

Export primi nove mesi 2022: i dati gennaio-settembre di ISTAT registrano una crescita per la salumeria

Primi 9 mesi del 2022 in crescita per le esportazioni di salumi. Secondo ISTAT, nel periodo gennaio-settembre gli invii di prodotti della nostra salumeria sono saliti a quota 147.860 ton (+2,2%) per un fatturato di 1.455,4 milioni di euro (+8,6%) (+12,3%). Si tratta di un buon risultato considerando le tante difficoltà presenti sullo scenario internazionale, che però si colloca al di sotto delle attese e soprattutto del potenziale del comparto.

L’aumento dei prezzi di energia e materie prime hanno registrato una nuova impennata durante l’estate, colpendo duramente la nostra economia. Inoltre, nonostante i progressi fatti nelle trattative con diversi Paesi Terzi, le limitazioni all’export dei nostri prodotti decise a causa della presenza sul nostro territorio della PSA hanno continuato a frenare gli scambi con i Paesi Extra Ue. Restano ancora del tutto preclusi, infatti, importanti mercati come il Giappone, la Cina o Taiwan e continuano le limitazioni ai prodotti esportabili in Brasile o Serbia.

La situazione resta, poi, molto delicata sul fronte dei margini, molto penalizzati dagli aumenti dei costi di materie accessorie e materie prime. La migliore performance dei valori rispetto a quella dei volumi continua ad essere solo apparentemente una buona notizia perché gli incrementi dei prezzi non sono sufficienti a coprire i maggiori costi. Tutti fattori, questi, che hanno pesato sul terzo trimestre che ha registrato una lieve flessione a volume. Nel corso dei primi nove mesi hanno mostrato un calo in volume le importazioni fermatesi a 35.717 ton (-4,2%) per un valore di 184,3 milioni di euro (+4,5%). Il saldo commerciale del settore è salito a quota 1.271,1 milioni di euro, in aumento (+9,3%) rispetto ai primi nove mesi del 2021. Le esportazioni del comparto, in termini di fatturato, hanno mostrato un passo più lento rispetto a quello dell’industria alimentare (+20,3%) e a quello generale del Paese (+21,0%).

Nel terzo trimestre (luglio–settembre), secondo i primi dati diffusi da ISTAT, le esportazioni di salumi italiani si sono fermate a quota 52.771 ton (contro le 53.021 ton del terzo trimestre del 2021) per un valore di 529 milioni di euro (contro i 487,3 milioni del terzo trimestre del 2021), registrando un -0,5% in quantità e un +8,6% a valore rispetto all’omologo periodo 2021.

Nel corso del periodo luglio–settembre hanno evidenziato una ottima la performance le pancette (+21,3% in quantità e +25,4% in valore), un discreto andamento i prosciutti crudi stagionati (+2,3% e + 10%) e sono rimasti stabili a volume gli invii di salami che hanno però registrato un aumento a valore (+0,1% in quantità e +7,3% in valore). Tutte le altre categorie, invece, hanno chiuso il trimestre con un calo a volume: prosciutti cotti (-4,5% a volume ma +7,1% a valore), mortadella (-3% a volume ma +6,6% a valore), bresaola (-7,4% a volume ma +6,9% a valore).

Per quanto riguarda le aree geografiche le esportazioni verso la UE a 27 nel periodo gennaio-settembre hanno evidenziato un +3,1% in quantità e un +9,9% in valore. Il terzo trimestre (luglio–settembre) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ha evidenziato un +1,1% in volume e +10,5% a valore. Allargando l’orizzonte le cose, come ci si aspettava viste le chiusure di alcuni importanti mercati per via della PSA, sono andate peggio. Nei primi nove mesi del 2022, infatti, gli invii verso i Paesi terzi sono rimasti stabili a volume ma hanno messo a segno un +6,1% a valore. Sul risultato complessivo a volume ha pesato il parziale del terzo trimestre che ha registrato un -4% in quantità ma +4,9% in valore rispetto allo stesso periodo del 2021.

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