17/06/2021

Export salumi 2020: la pandemia deprime la domanda

Un anno, il 2020, dal doppio volto per le esportazioni di salumi. Secondo le elaborazioni di Assica sui dati ISTAT, nell’anno della pandemia le spedizioni dei salumi italiani hanno riguardato 170.137 ton per un fatturato di 1.626,7 milioni di euro, registrando una flessione a volume (-7,2%), ma una crescita a valore (+2,5%).

Nel corso dell’anno le importazioni hanno mostrato una contrazione sia in quantità sia in valore, fermandosi a quota 41.066 ton (-18,8%) per un valore di 204,9 milioni di euro (-12,0%).
La dinamica import-export ha determinato un aumento del saldo commerciale del settore: +5,0% rispetto al 2019 per un valore di 1.421,8 milioni di euro.

Le esportazioni del comparto, in termini di fatturato, hanno mostrato un passo più veloce sia di quello dell’industria alimentare (+1,0%) sia di quello registrato dalle esportazioni nazionali complessive (-9,8%).

Per quanto riguarda le aree geografiche, con riferimento ai volumi esportati sono risultate in difficoltà sia le esportazioni verso la UE a 27, cioè l’Unione europea senza UK, sia quelle verso i Paesi terzi. Quest’ultime, però, hanno evidenziato nell’ultimo trimestre dell’anno, grazie alla ripresa della domanda statunitense, una crescita sia a volume sia a valore.

FOCUS SUI PRODOTTI

Bene salami e pancette stagionate

2020 in calo per le spedizioni di prosciutti crudi stagionati, che nel corso dei 12 mesi passati si sono fermate a quota 60.754 ton per un valore di 735,4 milioni di euro registrando un -10,8% in quantità e un -0,9% in valore.
Il saldo commerciale della voce doganale è risultato stabile (+0,1%) rispetto al 2019, salendo a 676,6 milioni di euro dai circa 676 milioni dell’anno precedente.
Entrambe le voci doganali che compongono la categoria hanno mostrato delle difficoltà.

Le esportazioni di prosciutti disossati (la voce comprende anche speck, coppe e culatelli) hanno chiuso l’anno a quota 58.051 ton per un fatturato di 719,5 milioni di euro, registrando un calo a due cifre in quantità (-11,2%) e un ridimensionamento a valore (-0,6%).
Le esportazioni di prosciutti in osso hanno registrato una contenuta flessione in quantità (-2,2% per un totale di 2.704 ton inviate) e una contrazione più consistente in valore (-12,1% per 15,9 milioni di euro).
Considerando l’insieme delle due voci doganali, hanno mostrato un andamento cedente sia gli scambi con i Paesi UE sia quelli con i Paesi terzi.

Le spedizioni verso la UE post Brexit hanno chiuso il 2020 con un -12,1% in quantità per un tot di 41.889 ton e con un -0,4% in valore per 476 milioni di euro; aggiungendo il Regno Unito la variazione sarebbe stata leggermente inferiore (-11,3% in volume e -0,1% a valore).
All’interno del mercato unico, fra i principali paesi di destinazione, spicca il risultato dell’Austria (+2,9% e+12,1%) che ha registrato una crescita sia a volume sia a valore. Hanno evidenziato una flessione a volume, ma una crescita a valore Francia (-12,8% ma +0,9%), Belgio (-11,5% ma +10,7%), Paesi Bassi (-5,4% ma +0,6%) e Svezia (-9,1% ma +10,6%), mentre sono risultati in contrazione sia a volume sia a valore gli invii verso la Germania (-10,0% in quantità e -1,9%) e la Croazia (-46,5% e -37,8%).

Le esportazioni verso i Paesi Terzi si sono fermate a quota 18.865 ton (-7,8%) per 259,4 milioni di euro (-1,8%). Fuori dalla UE, a penalizzare la categoria è stata la riduzione degli invii verso gli USA, principale mercato di riferimento, che con 8.016 ton per un valore di 104,6 milioni di euro ha registrato un –5,8% in quantità e un -1,5% a valore. Per quanto riguarda il Nord America cattive notizie sono arrivate anche dal Canada (-31,8% in quantità per 835 ton di prodotti inviati e -25,9% per 9,8 milioni di euro). In Europa, il Regno Unito, divenuto il secondo mercato di riferimento fuori dalla UE, ha registrato una contenuta flessione in quantità (-3,8% per invii pari a 4.501 ton), ma un aumento in valore (+2,2% per 70,2 milioni di euro); buone notizie sono arrivate, invece, dalla Svizzera che ha visto gli arrivi di prosciutti crudi stagionati aumentare sia in quantità (+0,8%) sia in valore (+6,8%).
Hanno ceduto terreno, infine, le spedizioni verso il Giappone (-12,2% in quantità e -11% in valore) e verso il Brasile (-15,4% e -7,8%).

Passo incerto per l’export di mortadella e wurstel che ha visto gli invii della categoria fermarsi a quota 39.621 tonnellate (-3,0%) per oltre 156 milioni di euro (+2,3%).

Tengono le spedizioni verso la UE che hanno evidenziato una contenuta flessione in quantità (-0,8% per 28.609 ton), ma una discreta crescita in valore (+5,9% per 117,9 milioni di euro). All’interno del mercato comunitario, hanno chiuso in aumento le spedizioni verso la Germania (+5,4% in quantità e +15,4% in valore) primo mercato di riferimento davanti alla Croazia (-0,6% e -2,1%), risultata in lieve rallentamento rispetto al 2019. Contributi positivi sono arrivati, inoltre, da Malta (+7,4% e +2,4%), Belgio (+3,7% e +12,7%) e Austria (+3,2% e +9,0%), mentre hanno evidenziato una contrazione in quantità ma una crescita a valore gli scambi con Francia (-5,6% ma +4,5%), Spagna (-5,5% ma +1,3%) e Grecia (-5,0% ma +0,8%).

In difficoltà sono risultate, invece, le esportazioni verso i Paesi extra UE, scese a 11.012 ton (-8,3%) per 38,1 milioni di euro (-7,4%). Fuori dalla UE, bene la Svizzera (+1,5% e +9,4%), la Serbia (+6,9% e +8,4%), il Kosovo (+10,8% e +11,2%) e soprattutto gli Stati Uniti (+37,5% e +23,1%). Incrementi, questi, che non sono bastati a compensare le flessioni degli altri principali mercati di riferimento: Regno Unito (-25,9% e -5,9%), Libano (-48,8% e -42,2%), Hong Kong (-22,0% e -39,8%), Canada (-37,3% e -45,1%), Bosnia Erzegovina (-13,1% e -14,6%) e Giappone (-34,7% e -29,2%).

Buon 2020 per le esportazioni di salami, salite a quota 35.098 ton (+0,9%) per un valore di 387,5 milioni di euro (+13,0%).

L’export verso la UE, con 24.109 ton per 254,4 milioni di euro, ha registrato un -2,6% in quantità ma un +11,2% a valore. All’interno del mercato unico, ottimi i risultati di Germania (+6,2% e +18,3%), Polonia (+13,9% e +35,2%), e Paesi Bassi (+5,2% e +16,1%). Hanno registrato, invece, una flessione in quantità, ma un incremento a valore gli altri principali mercati di riferimento: Francia (-23,3% ma +1,5%), Belgio (-2,7% ma +9,8%), Austria (-1,2% ma +4,8%) e Svezia (-6,5% ma +11,8%).

Ottimo il risultato delle esportazioni verso i Paesi extra UE: +9,4% in quantità e +16,5% in valore, per invii pari a 10.989 ton e 133,1milioni di euro. Oltre i confini della UE, hanno chiuso con una robusta crescita le spedizioni verso il Regno Unito (+7,0% e +18,8%), primo mercato di riferimento, la Svizzera (+8,8% e +13,7%) e il Canada (+172,7% con 457 ton inviate contro le 168 dello stesso periodo 2019 per un valore di 3,9 milioni di euro +145,9%). Buone notizie sono arrivate anche da Giappone (+0,7% e +7,3%), USA (+1,6% e +2,6%), Norvegia (+15,4% e + 14%) e Brasile (+65,2% e +79,4%), mentre hanno evidenziato una flessione le spedizioni verso Hong Kong (-26,0% e -19,4%).

Anno difficile per le spedizioni di prosciutto cotto, che hanno chiuso i dodici mesi passati con una decisa flessione in quantità (-10,0% per 17.575 ton) pur rimanendo stabili a valore (-0,3% per circa 141,9 milioni di euro).

Anche nel 2020 sono risultati in calo a volume gli invii verso la UE che hanno, però, evidenziato una lieve crescita a valore (-6,9% per spedizioni pari a 13.894 ton ma +2,5% per 112,8 mln di euro). Nel mercato unico è tornata a crescere, dopo 2 anni di flessioni importanti, la domanda proveniente dalla Spagna (+12,0% in quantità e +12,7% a valore); bene anche Germania (+7,4% e +17,7%), Polonia (+6,2% e +20,1%) e Repubblica Ceca (+37% e +30,4%), mentre hanno mostrato un calo gli invii verso la Francia (-19,3% in quantità e -7,3% in valore), l’Austria (-8,8% e -1,7%) e, solo a volume, il Belgio (-3,2% ma +9,0%).

Brusca frenata per i Paesi terzi: -20,3% in quantità per 3.681 ton e -9,9% in valore per oltre 29 milioni di euro. Oltre i confini comunitari, solo la Svizzera ha visto una crescita negli arrivi della categoria (+31,0% in quantità e +39,4% a valore). Un incremento, ma solo in valore, è stato registrato dal Regno Unito (-15,4% e +2,5%), mentre tutti gli altri principali mercati di riferimento hanno evidenziato una flessione. In contrazione sono risultate, infatti, le spedizioni verso Stati Uniti (-38,0% in quantità e -32,8% in valore), Canada (-30,7% e -47%), Giappone (-49,7% e -51,5%), Libano (-38,5% e -37,5%) e Federazione Russa (-52,9%e -63,5%).

Importante crescita per le esportazioni di pancetta stagionata che hanno chiuso il 2020 con un +1,3% in quantità, per 6.141 ton inviate, e un importante +25,0% a valore, per oltre 65 milioni di euro.

Nei dodici mesi passati le spedizioni verso la UE hanno rallentato, chiudendo con un -10,9% in quantità per 2.170 ton, ma con un +8,4% in valore per oltre 21,9 milioni di euro.
All’interno del mercato unico hanno evidenziato una flessione a volume Francia (-3,0% in quantità ma +10,5% a valore), Germania (-6,1% ma +18,6%), Belgio (-7,4% ma +27,7%) e Paesi Bassi (-5,9% ma +5,1%); sono risultate in calo sia a volume sia a valore Repubblica Ceca (-28,7% e -13,4%) e Spagna (-27,6% e -22,3%); ha chiuso con un incremento la Svezia (+24,4% a volume e +47,8% a valore).

Passo decisamente diverso per l’export verso i Paesi Terzi che ha registrato un +9,4% in quantità per 3.971 ton e un +35,7% in valore per circa 43,1 milioni di euro, grazie ai buoni risultati di Regno Unito (+5,6% in quantità e +17,1% a valore), primo mercato di riferimento, Canada, che ha visto gli arrivi di pancette salire a 1.430 ton dalle 621 dello stesso periodo 2019 per un valore di circa 20,3 milioni di euro e Hong Kong (+55,6% e +49,0%). Cattive notizie sono arrivate, invece, dal Giappone (-62,1% in quantità e -55,0% in valore).
Per quanto riguarda questa categoria, il passaggio del Regno Unito fra i Paesi terzi ha comportato una sostanziale differenza ai fini della valutazione dei risultati di Ue e Paesi terzi, essendo UK il principale mercato di riferimento per la pancetta stagionata.

2020 faticoso anche per gli invii di bresaola. La categoria con 3.332 ton e 62,9 milioni di euro ha registrato un -15,7% in quantità e un -5,9% a valore.

Male gli invii verso la UE: -18,9% per un totale di 2.470 ton scambiate e -7,5% per circa 45,4 milioni di euro. All’interno del mercato unico, hanno evidenziato un deciso calo le spedizioni verso la Francia (-13,0% e -7,0%) e la Germania (-23,0% e -0,8%), primi due mercati di riferimento. In forte ridimensionamento sono risultati anche Belgio (-35% e -9,4%), Svezia (-26,1% e -6,9%), Danimarca (-22,1% e -19,4%) e Spagna (-33,1% e -30,4%). Buone notizie sono arrivate solo dall’Austria che registrato una crescita sia a volume sia a valore (+7,0% e +13,7%).

Passo cedente anche per le spedizioni verso i mercati extra UE, scese a quota 862 ton (-5,0%) per un valore di 17,6 milioni di euro (-1,6%).
A penalizzare il risultato sono state le contrazioni negli invii verso il Regno Unito (-12,0% e -5,0%) e la Svizzera (-0,8% per 455 ton ma +5,7% per 10 milioni di euro) cui si sono sommate le flessioni di Emirati Arabi (-20,3% per 49 ton e -15,4% per 842 mila euro) e Canada (-15,7% per 22 ton e -7,9% per 425 mila euro).

FOCUS SUI PAESI

Nell’Unione europea tiene la Germania

L’analisi dei mercati geografici rivela che nel 2020 le spedizioni verso i partner comunitari hanno evidenziato un -7,7% in quantità per 118.293 tonnellate ma un +1,9% in valore per oltre 1.082 milioni di euro. Includendo il Regno Unito la Ue avrebbe registrato un -7,6% a volume e un +2,5% a valore.
All’interno della UE tutti i nostri principali partner commerciali hanno mostrato una contrazione della domanda a volume a causa dei numerosi provvedimenti adottati per contenere il virus.

Le spedizioni verso la Germania, principale mercato di riferimento, hanno registrato una contenuta contrazione a volume (-1,4% per 33.840 ton) ma una crescita a valore (+6,0% per 349,6 milioni di euro). Sul mercato tedesco hanno mostrato un incremento mortadella e wurstel, salami e prosciutti cotti, mentre ha evidenziato una flessione in volume ma una crescita a valore la pancetta stagionata. Hanno evidenziato un calo, infine, prosciutti crudi stagionati e bresaola.

L’export verso la Francia ha chiuso l’anno con un -14,9% per 29.157 ton e un -1,8% per circa 285,1 milioni di euro. Oltralpe tutte le categorie di salumi hanno registrato una contrazione negli invii a volume a fronte di una crescita a valore, ad eccezione dei prosciutti cotti e della bresaola che hanno chiuso con una flessione sia a volume sia a valore.

Segno meno in quantità anche per le esportazioni verso il Belgio (-7,8% per 7.489 ton ma +9,8% per 96,2 milioni di euro). Su questa piazza hanno evidenziato una contrazione a volume ma una crescita a valore prosciutti crudi stagionati, pancetta stagionata, salami e prosciutti cotti; sono risultati in crescita gli invii di mortadella e wurstel e hanno chiuso in flessione quelli di bresaola.

Contrazione a volume anche per le spedizioni verso l’Austria (-2,4% per 7.840 ton e +5,8% per 70,4 mln di euro). Su questo mercato bene prosciutti crudi stagionati, mortadella e bresaola; discreto l’andamento dei salami, che hanno registrato una contenuta flessione a volume ma una crescita a valore; in difficoltà, sono risultate, invece, pancetta stagionata e prosciutti cotti.

In calo anche gli invii verso la Spagna, scesi a quota 6.260 ton (-8,1%) per un valore di 29,5 milioni di euro (-10,2%). Sul mercato spagnolo hanno mostrato una decisa flessione gli invii di prosciutti crudi stagionati e soprattutto salami; hanno chiuso con una flessione a volume ma una crescita a valore quelli di mortadella, mentre sono risultati in aumento i prosciutti cotti. Male, infine, anche pancetta stagionata e bresaola.

Infine, hanno chiuso in flessione il 2020 le esportazioni verso la Croazia (-14,2% in quantità e -22,8% in valore), mentre hanno registrato una contrazione in quantità ma un incremento a valore quelle verso la Polonia (-1,1% ma +11,5%), quelle verso la Svezia (-8,6% ma +8,6%) e quelle verso i Paesi Bassi (-4,9% ma +2,4%).

Fra i Paesi terzi bene Svizzera e Canada

2020 difficile per le esportazioni verso Paesi extra UE, che con arrivi di salumi italiani per 51.843 ton e 544,6 milioni di euro hanno registrato un -5,8% a volume ma un +3,7% a valore.

Nel totale dell’anno sono risultate in calo le spedizioni in volume verso il Regno Unito (primo mercato di riferimento che, ricordiamo, dal punto di vista commerciale fino al 31 dicembre 2020 ha continuato a godere di tutti i vantaggi legati al mercato comune), fermatesi a 15.881 ton per 179,3 mln di euro (-6,1% in volume ma +6,3% in valore). Oltremanica buone notizie sono arrivate da pancetta stagionata e salami che hanno evidenziato aumenti sia a volume sia a valore.

In difficoltà sul fronte volumi sono apparsi prosciutti crudi stagionati e prosciutti cotti, che hanno però registrato una crescita a valore, mentre sono risultate in affanno mortadella e bresaola. 2020 in flessione per le esportazioni verso gli Stati Uniti. Nonostante le importanti contrazioni registrate nel 2° e 3° trimestre dell’anno siano state in buona parte compensate dai risultati del primo e soprattutto quarto trimestre, le spedizioni verso gli USA hanno chiuso l’anno con un calo sia a volume sia a valore: -4,5% per 10.453 ton e -2,0% per 123,2 mln di euro.

Oltreoceano hanno registrato una importante crescita a due cifre mortadella e wurstel, hanno chiuso positivamente pancetta stagionata e salami, mentre hanno evidenziato una flessione, più contenuta, i prosciutti crudi stagionati e, più profonda, i prosciutti cotti. Buone notizie sono arrivate dall’export verso il Canada: +28,7% in quantità e +38,2% in valore, dove le ottime performance di pancetta stagionata e salami hanno ampiamente compensato i cali delle altre categorie.

Ottimo risultato anche per le esportazioni verso la Svizzera che hanno registrato un +6,4% con invii per 5.242 ton e un +11,7% per 86 milioni di euro. Oltralpe, hanno mostrato un incremento tutte le principali categorie di salumi ad eccezione della bresaola, che ha evidenziato una lieve flessione a volume. Segno negativo per le spedizioni verso il Giappone, che hanno chiuso l’anno con un -26,9% in quantità per 2.752 ton e un -17,9% in valore per 30,6 milioni di euro.

Su questo mercato, eccetto i salami che hanno evidenziato un lieve incremento a volume e una consistente crescita a valore, tutte le principali categorie di salumi hanno registrato una flessione sia a volume sia a valore. Infine, hanno evidenziato un andamento positivo a volume anche le spedizioni verso la Repubblica Sudafricana (+3,4% ma -0,9%); hanno chiuso con una contrazione a volume, ma una crescita a valore le spedizioni verso la Norvegia (-6,0% ma +19,7%) e verso il Brasile (-2,4% ma +4,6%) mentre sono risultati in calo gli invii verso il Libano, la Bosnia Erzegovina, Hong Kong e la Federazione Russa (-54,9% in quantità per 119 ton e -69,4% in valore per 950mila euro). Ricordiamo che le esportazioni verso la Federazione Russa sono ancora limitate a causa dell’embargo.

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