20/04/2017
Export salumi ancora in crescita nonostante il ritorno dei protezionismi
Secondo le elaborazioni ASSICA sui primi dati ISTAT nel corso del 2016 il nostro export ha raggiunto quota 173.211 ton (+6,3%) per un valore di 1,4 miliardi di euro (+4,8%). Un ottimo risultato, maturato nonostante il rallentamento soprattutto nella prima metà del 2016 del commercio mondiale e il crescente ricorso a misure protezionistiche da parte di numerosi Paesi terzi che si sono sommate alla chiusura del mercato russo. Particolarmente dinamica la domanda dei partner comunitari, mentre quella dei Paesi terzi, dopo un primo semestre opaco, ha ripreso vigore nella seconda metà dell’anno. Sul risultato extra UE ha indubbiamente pesato il calo degli USA, penalizzato dal confronto con il biennio precedente. Un mercato, quello statunitense, sul quale pesano i timori per le nuove misure protezionistiche annunciate da Trump. Nel corso del 2016 sono risultate in crescita anche le importazioni di salumi, salite a 54.220 ton (+7%) per un valore di 197,8 milioni di euro (+5,7%). Il saldo commerciale del settore ha registrato un incremento del +4,7% per 1,2 miliardi di euro. Le esportazioni del comparto, in termini di fatturato, hanno mostrato un passo più veloce sia rispetto a quello dell’industria alimentare (+3,6%) sia rispetto a quello generale del Paese (+1,2%).
PROSCIUTTI CRUDI
Anno 2016 positivo per le esportazioni di prosciutti crudi stagionati. Gli invii di prodotti con e senza osso hanno evidenziato un +1,9% in quantità per 68.627 ton e un +1,2% in valore per 717,5 milioni di euro. Nel corso dell’anno hanno mostrato una crescita anche le importazioni, salite a 15.570 ton dalle 14.480 ton del 2015 (+7,5%) per 64,7 milioni di euro (+2,8%). Il saldo commerciale della categoria ha registrato un incremento arrivando a 652,8 milioni di euro dai 646,1 del 2015 (+1%). Entrambe le voci doganali che compongono la famiglia dei prosciutti stagionati hanno mostrato un trend crescente. Le esportazioni di prosciutti disossati (la voce comprende anche speck, coppe e culatelli) hanno sfiorato quota 64.000 ton (+1,3%) per un fatturato di 692,1 milioni di euro (+1%), grazie soprattutto ad una vivace domanda dei nostri partner comunitari. I prosciutti in osso hanno registrato, invece, un +11,1% in quantità per circa 4.600 ton e un +6,6% in valore per oltre 25,3 milioni di euro. Determinante, per questa voce, il costante buon andamento delle spedizioni verso la Francia (+14,2%) principale mercato di destinazione e di quelle verso il Belgio. Considerando l’insieme delle due voci doganali, gli scambi intracomunitari hanno mostrato un andamento discreto, mentre sono risultate in flessione le esportazioni verso i Paesi terzi, sostanzialmente frenate dal calo degli invii verso gli USA. La UE ha chiuso l’anno con un +2,7% in quantità per circa 54.600 ton e un +2% in valore per 536,8 milioni di euro. All’interno del mercato unico, tra le principali piazze di riferimento, spicca l’incremento della Francia (+10,4% in quantità e +7,7% in valore) ottenuto grazie al buon risultato sia dei prodotti disossati sia di quelli in osso. A tale crescita hanno fatto eco le importanti performance di Belgio (+7,8% in quantità ma ?1,3% a valore), Paesi Bassi (+28,3% e +11,6%)e Svezia (+11,9% e +7,6%). Sono risultati sostanzialmente stabili, invece, gli invii verso il Regno Unito (?0,3% in quantità e –0,6% a valore), mentre hanno mostrato flessioni Germania (?6,1% e –3,1%) e Austria (?5,2% ma +5,8%). In difficoltà sono risultate, invece, le nostre esportazioni verso i Paesi extra UE, che nel complesso del 2016 hanno registrato un calo contenuto fermandosi a quota 14.033 ton (?1,3%) per oltre 180,7 milioni di euro (?1,2%). Sulla performance ha senza dubbio inciso negativamente la flessione delle spedizioni verso gli USA (?9,4% in quantità per 6.910 ton e –7,9% in valore per circa 91 mln di euro). Un risultato, questo, che da un lato paga il confronto con l’eccezionale performance del biennio precedente, dall’altro sembra risentire della riorganizzazione logistica seguita al venir meno del provvedimento 100% reinspection. Positiva, invece, la performance degli invii verso il Canada (+1,3% in quantità per 859 ton e +1,4% in valore per 11,1 mln di euro). Altre significative conferme sono arrivate anche dalle spedizioni verso Giappone (+12,3% in quantità e +9% in valore), Svizzera (+6,7% e +6,6%) e Brasile (+20,1% e +25,8%). In calo, infine, l’export verso Hong Kong (?10,3% e ?14,7%).
SALAMI
Ottimo risultato per le esportazioni di salami nel 2016, arrivate a quota 29.701 ton (+9,5%) per 285 milioni di euro (+7,9%). In ripresa rispetto al 2015 anche l’import: +26,9% per 4.240 ton e +10,1% per 17,3 milioni di euro. Nonostante l’aumento dell’import, il saldo commerciale ha evidenziato un incremento del +7,8% per 267,7 milioni di euro. Buona e solida la crescita degli invii verso la UE28: +9,2% per 25.215 ton e +7,8% per 226,2 milioni di euro. Nel mercato unico hanno mostrato un trend crescente tutte le principali piazze di riferimento. Bene in particolare Germania (+10,4% in quantità e +8,5%in valore), Regno Unito (+16,9% e +13,5%) Francia (+10,2% e +3,4%) e Belgio (+10% e +14,2%), cui si sono aggiunti gli incrementi significativi di Svezia, Paesi Bassi e Danimarca. In affanno soltanto le spedizioni verso l’Austria (?0,4% e ?4%). Più sostenuto il ritmo dell’export verso i Paesi extra UE, che hanno accelerato nel corso del 2016, registrando un +11,4% in quantità per oltre 4.486 ton e un +8,4% in valore per 58,8 mln di euro. Decisivi i risultati di Svizzera (+5,5% in quantità e +0,6 % in valore) e Giappone (+5,4% e +8,6%) cui si sono aggiunti Canada e USA. Ha chiuso in flessione, invece, Hong Kong (?13% e ?7,9%).
MORTADELLE E WURSTEL
2016 buono per l’export di mortadella e wurstel che hanno chiuso l’anno con un +3,8% in quantità per 36.075 tonnellate e un +2,3% in valore per 126,3 milioni di euro. La voce doganale ha contemporaneamente registrato una flessione delle importazioni (–1,7% in quantità per oltre 13.320 tonnellate e –4,7% in valore per 30,6 milioni di euro), evidenziando un miglioramento del saldo commerciale salito a 95,7 milioni di euro con un +4,7% rispetto al 2015. Un contributo importante al risultato è arrivato dagli invii verso la UE: +3,1% in quantità per oltre 27.390 ton e +2,6% in valore per 100,2 milioni di euro. All’interno del mercato unico, fra le principali piazze di riferimento, bene in termini di volumi l’export verso la Croazia (+4%) che si conferma la prima piazza per quantità, registrando tuttavia una contrazione in valore (?7,1%). Più che buono il risultato della Francia (+5,2% e +2,6%), positivo andamento per gli invii verso la Germania (+1,7% e +6,3%) primo mercato per giro d’affari per 22,5 milioni di euro. Crescita a due cifre per Austria (+16,7% e +14,4%) e Belgio (+11% e +4,2%). Difficoltà sono state evidenziate, invece, dalle spedizioni verso il Regno Unito (?7,2% in quantità e –3,6% in valore), verso la Spagna (?0,9% e –2,3%) e verso la Grecia (?0,1% e –3%). Dinamici, soprattutto in quantità, gli scambi con i Paesi terzi (+6% per 8.680 ton e +1,1% per 26,1 milioni di euro), trainati ancora una volta dalle spedizioni di prodotto a minor valore aggiunto verso i Paesi dell’Est Europa, in particolare Serbia (+20,6% per oltre 2.680 ton e +18,1% per circa 4,4 milioni di euro) e Kosovo (+6,5% per circa 980 ton e –0,1% per oltre 1,3 milioni di euro). Fra i mercati più significativi anche in termini di fatturato Libano (+8,2% in quantità e +4,5% a valore) e Giappone (+14,6% in quantità e +30% a valore) cui si sono aggiunti Stati Uniti (+11,4% e +14,3%) e Canada (+14,1% e +19,4%), mentre hanno segnato il passo Svizzera (?14,1% in quantità e ?13,8% in valore), Bosnia Erzegovina (?11,1% e ?13,8%) e Hong Kong (?12,2% e –15,5% in valore).
PROSCIUTTI COTTI
Crescita a due cifre nel 2016 per le esportazioni di prosciutto cotto: +13,8% in quantità per oltre 23.254 ton e +10,3% in valore per oltre 133,9 milioni di euro. Nel corso dell’anno hanno mostrato una contrazione le importazioni scese a 10.270 ton (?5,3%) per oltre 44,3 milioni di euro (?1,7%). L’attivo commerciale ha così registrato un ulteriore importante incremento (+17,3%) arrivando a 89,5 milioni di euro. Molto vivace il passo degli invii verso la UE (+14,1% per oltre 21.716 ton e +10,4% per 120,1 mln di euro) ancora sostenuto dalla performance verso la Spagna (+21,7% e +14,9%) con la quale sembra ormai essersi consolidata una solida partnership, dopo l’eccezionale 2015. Importanti contributi sono arrivati, però, anche da Francia (+8,1% e +6,4%), Germania (+16,5% e +14,8%) e Regno Unito (+4,2% e +4,4%). Qualche difficoltà invece per l’Austria (?3,2% in quantità ma +6,5%in valore). Molto dinamici anche gli scambi con i Paesi terzi: +10,1% in quantità per 1.540 ton e +8,8% in valore per 13,8 milioni di euro. Una spinta alla crescita è arrivata ancora da USA (+10,3% in quantità per 574 ton e +7,3% in valore per circa 4mln di euro) Federazione Russa (+63,1% e +59,5%), Canada (+23,1% e+41,2%), Giappone (+15,4% e +22,6%), Libano (+12,3% e +7,7%). In calo sono apparse invece le spedizioni verso la Svizzera (?5,5% in quantità e ? 3% in valore). Ricordiamo che la voce 16024110, come tutte le sottovoci del gruppo 1602, non rientra fra quelle oggetto dell’embargo Russia.
PANCETTE
2016 in crescita per l’export di pancetta stagionata che ha chiuso l’anno con un +8,3% per 5.314 ton e +15,9% per 39,3 milioni di euro. In forte aumento l’import salito a 2.115 ton dalle 530 ton dell’anno precedente. La dinamica import?export ha determinato un peggioramento del saldo commerciale sceso a 30,7 milioni di euro (?3,3%). Positivo l’export verso l’Unione Europea (+1,7% per oltre 4.050 ton e +11,8% per 31,3 milioni di euro), dove sono risultati in crescita quasi tutti principali mercati: Regno Unito (+0,4% e +11,9% in valore), Francia (+5,4% e +6,3%), Belgio (+4,1% e +16,6%), Germania (+10,2% e +5,9%) e soprattutto Austria (+62,3% per 246 ton e + 48,1%per 1,3 mln di euro). Segno meno, ma solo in quantità, per i Paesi Bassi (–50% ma +14,7%) il cui risultato sembra risentire di un’anomalia nei dati 2015 e per la Spagna (?13,9% e –11,7%) che paga il confronto con l’ottimo 2015. Importante crescita dei Paesi Terzi che hanno evidenziato un +36,9% in quantità per 1.258 ton e un +35,4% in valore per circa 8 milioni di euro, essenzialmente grazie alla ottima performance registrata verso il Giappone (che da solo rappresenta oltre il 93% di questi mercati) che ha superato quota 1.170 ton (+45%) per un valore di 7,2 milioni euro (+37,3%), recuperando ampiamente le perdite registrate nel deludente 2015.
BRESAOLA
Brillante crescita delle esportazioni di bresaola nel 2016. La voce nel complesso dei dodici mesi ha messo a segno un +14,9% in quantità per oltre 3.650 ton e un +8,9% in valore per 60,5 milioni di euro. Un trend, questo, che nel corso dei mesi si è progressivamente rafforzato. A fronte del positivo risultato dell’export, nel corso del 2016 anche le importazioni hanno registrato un importante incremento salendo a 568 ton (+97,4%) per circa 3,1 mln di euro (+70,2%). Nonostante il sensibile incremento dell’import il saldo commerciale ha registrato anche nel 2016 un incremento salendo a 57,4 mln di euro dai 53,8 del 2015 (+6,8%). Nel totale dell’anno, l’export verso la UE ha mostrato un passo sostenuto: +15,5% per oltre 3.085 ton e +8,1% per 49,2 milioni di euro. All’interno del mercato unico i principali Paesi di riferimento hanno mostrato buone dinamiche con incrementi anche a due cifre. Bene in particolare Francia (+8,3% e +2,9%) saldamente al primo posto fra i Paesi di destinazione; Germania (+8,4% e +11,4%); Regno Unito (+17,5% e +13,5%) e Svezia (+18% e +12,4%) cui si sono aggiunte anche Danimarca e Spagna. In controtendenza rispetto all’andamento generale, Repubblica Ceca e Belgio. Vivace anche il risultato dell’export verso i Paesi terzi che ha evidenziato un +11,6% in quantità per 565 ton e un +12,4% in valore per 11,3 milioni di euro. Un risultato, questo, maturato essenzialmente grazie all’incremento a due cifre registrato dagli invii verso la Svizzera (+11,8% per 448 ton e +10,6% per circa 9,3 milioni di euro), ma che ha potuto contare anche sui contributi positivi di alcuni importanti mercati quali Canada e Giappone verso i quali sono stati spediti ancora quantitativi limitati ma che hanno un enorme potenziale.
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