22/11/2012

Lotta alla contraffazione: gli Stati Generali del CNAC

Nel corso degli Stati Generali Lotta alla contraffazione, tenutisi lo scorso 19 novembre a Milano, il Consiglio Nazionale Anticontraffazione (CNAC) ha illustrato i contenuti di un piano nazionale messo a punto da 13 commissioni tematiche, 150 esperti e oltre 70 organismi provenienti dal mondo associativo imprenditoriale, dei consumatori, della pubblica amministrazione e delle forze dell’ordine.

Un vero e proprio “Piano nazionale” per rafforzare la lotta alla Contraffazione, mettendo a sistema e coordinando le diverse iniziative di contrasto intraprese dalla Pubblica Amministrazione.

Che il problema sia tutt’altro che marginale lo dimostra una ricerca realizzata dal Censis per il ministero dello Sviluppo economico, secondo cui la contraffazione genera un giro d’affari di circa 6,9 miliardi di euro e un mancato gettito fiscale di 1,7 miliardi. In alcuni settori come il tessile e la moda, il valore dei falsi arriva a un terzo circa del fatturato. In altri campi, tra cui la farmaceutica e la meccanica, al danno economico si aggiungono i rischi per la salute e la sicurezza dei cittadini.

Lisa Ferrarini, Presidente ASSICA e Presidente del comitato di Confindustria per la tutela del made in Italy e la contraffazione, nel suo intervento ha voluto dare un segnale forte al piano per la lotta alla contraffazione. Si è detto tanto, ora è tempo di agire.
Confindustria è stato il primo e più convinto promotore dell’istituzione del CNAC, fra i primi anche a chiedere un “Piano Nazionale Anticontraffazione” organico ed unitario.

“Va detta però chiaramente una cosa. Vale per la contraffazione ciò che vale per il sommerso; combatterla è un formidabile moltiplicatore del reddito nazionale. Se speso bene, ogni centesimo investito nel contrasto alla contraffazione genera ritorni economici e libera risorse da investire nella crescita e nello sviluppo.
Ma soprattutto, la contraffazione frena la competitività delle produzioni nazionali penalizzando le imprese – che sono il motore dell’economia”.

Bisogna evitare i grandi “masterplan” all’italiana, la cui attuazione pratica richiederà decenni, centinaia di decreti e chissà quante revisioni.

Serve un piano organico ed unitario che metta le risorse a fattor comune permettendo di ottimizzarle.
Il CNAC è stato istituito anche per questo motivo.
È abitudine degli imprenditori essere pragmatici, asciutti, orientati al risultato.
Confindustria sta mettendo a punto un calendario di incontri per le imprese da tenersi presso le nostre associazioni. Ascoltare le imprese servirà anche a capire meglio come muoverci.

Ha concluso Lisa Ferrarini: "Se davvero vogliamo invertire la rotta in questo Paese, recuperare risorse preziose, combattere il malaffare, rendere l’Italia un luogo dove i capitali esteri investono e dove prospera la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo – ha concluso Lisa Ferrarini – dobbiamo operare all’unisono e con obbiettivi condivisi”.

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