30/01/2015
Primi 9 mesi 2014 positivi per l’export di salumi
Le esportazioni di salumi chiudono brillantemente il periodo gennaio-settembre 2014. Secondo Istat, che ha recentemente diffuso i dati aggiornati 2013 e 2014, gli invii di prodotti della salumeria italiana hanno toccato quota 112.043 tonnellate (+8,2%) per un corrispettivo di 917 milioni di euro (+7,5%). Il risultato (in particolare in quantità) appare alterato da un probabile errore nel dato di Belgio (relativo all’export prosciutti crudi senza osso, aumentati del secondo Istat del 129% in quantità e ma solo dello 0,3% in valore).
Operando una correzione ragionevole del dato belga, il trend risulta comunque molto positivo e solido, attestandosi sul 7%. Un risultato che conferma il trend del primo semestre e l’accelerazione della performance del settore nel 2014, pur in un contesto di aumento delle barriere non tariffarie (USA e Russia).
Hanno comunque evidenziato buoni risultati tutti i principali prodotti, segno di un generale buon posizionamento dei salumi italiani sia sui mercati europei sia su quelli extra europei che, pur rappresentando ancora solo il 20% dell’export in quantità e il 22% in valore, segnano crescite percentualmente più sostenute rispetto agli scambi comunitari.
Il settore ha un andamento migliore sia rispetto all’alimentare in generale (+3,2%) sia rispetto all’export complessivo del Paese (+1,5%).
A fronte di questa performance dell’export, le importazioni hanno mostrato un aumento, evidenziando un +15,3% in quantità per 37.006 tonnellate e un +11% in valore per 142,2 milioni di euro.
Anche in questo caso, tuttavia, il dato appare influenzato da un errore nell’import di prosciutti cotti dal Regno Unito (che segnerebbe un improbabile +2.200% in quantità a fronte di una crescita a valore del 29,5%, per un prezzo medio inferiore a 50 centesimi al kg).
Al netto del dato inglese la crescita dell’import si attesta all’11,1% anche in quantità.
Il saldo commerciale del settore ha registrato comunque un incremento del 6,9% arrivando a 775 milioni di euro. Segnaliamo che il confronto del dato comunitario è realizzato includendo sia per il 2013 sia per il 2014 la Croazia, entrata nell’Unione il 1° luglio 2013 ma già sostanzialmente in unione doganale dai mesi precedenti.
L’export verso l’UE
Primi nove mesi positivi per l’export verso l’UE. Nel periodo gennaio-settembre gli invii verso i partner comunitari sono, infatti, saliti a quota 89.906 tonnellate (+7,7%) per un valore di circa 712 milioni di euro (+6,9%). Tenendo conto dell’errore nell’export verso il Belgio il dato in quantità rimane comunque positivo, con una crescita superiore al 4%.
All’interno della UE, sono aumentate le esportazioni verso la Germania che con un +3% in quantità e un +5,4% in valore si è confermata nostro principale partner commerciale.
In calo gli invii verso la Francia, che conferma il dato del primo semestre (-3,2% in quantità ma un +1,6% in valore). Il calo degli invii della Francia è causato in primis dal dato dei prosciutti crudi in osso.
In crescita sono risultate le esportazioni verso il Regno Unito: +5,6% e +8,7%, l’Austria che (+12,1% in quantità e un +9,5% in valore per 53,2 milioni di euro). Una dinamica, questa, determinata dal deciso aumento di prosciutti crudi e speck. Interessante il dato della Croazia (5,2% in quantità e +27,6% in valore), che segnala un deciso aumento del valore aggiunto degli invii verso questo Paese.
Non semplice il giudizio sul Belgio per i già commentati probabili errori nel dato Istat (al netto del quale l’export appare stabile).
Forte crescita dei Paesi Bassi (+37,2% in quantità e +36,3% in valore), in accelerazione rispetto al primo semestre. Si conferma l’aumento, dopo un periodo complesso, delle spedizioni verso la Grecia (+2,7% in quantità e 2,4% in valore) e la Spagna (+3,6% e con un aumento dell’8,7% a valore).
L’export extra UE
Crescono gli invii dei prodotti della nostra salumeria verso i Paesi terzi, saliti a 22.137 tonnellate (+10,3%) per un valore di 205 milioni di euro (+9,8%). Il confronto è fatto escludendo la Croazia, entrata nell’Unione il 1° luglio 2013.
Il terzo trimestre ha comunque visto un parziale rallentamento del ritmo di crescita, anche a causa del manifestarsi delle conseguenze della crisi ucraina. Per contro in quel periodo non aveva dispiegato ancora i suoi effetti il progressivo indebolimento del rapporto di cambio tra euro e dollaro.
Decisive sono state anche in questa prima frazione d’anno le esportazioni verso gli Stati Uniti (+14,5%) per oltre 61 milioni di euro (+15,4%). Una performance che ha consolidato e rafforzato il buon risultato del primo semestre, nonostante il perdurare del 100% reinspection sui nostri invii verso quel Paese.
Buona crescita anche per gli invii di salumi verso la Svizzera (+4,3% in quantità e +6,6% in valore per poco più di 52 milioni di euro). Un risultato, questo, che riflette un aumento generalizzato nella domanda dei nostri prodotti.
Si confermano in forte crescita anche le esportazioni verso Giappone (+27,2% per 26,5 milioni di euro, pari a un +17,5%), Canada (+17,3%, +14,5%) e Brasile (+9,7% e +12,7%) che sta tornando a essere un mercato quantitativamente interessante.
Dopo un primo semestre difficile recupera i promettenti livelli 2013 il Libano (+1,3% in quantità e +0,4% in valore), mentre cala Hong Kong in quantità (-6%, ma +7,4% in valore), a conferma la grande volatilità che contraddistingue questo mercato.
Infine, il dato della Federazione Russa (-28,8% e -17,9%) è inevitabilmente destinato a peggiorare ulteriormente a causa dei blocchi all’import imposti da quel Paese per la PSA nel Baltico e le tensioni commerciali legate alla crisi ucraina.
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