30 Aprile 2023

Tiene l’export salumi nel 2022 nonostante PSA e inflazione

(di Laura Falasconi)

Tengono le esportazioni di salumi italiani nel 2022 nonostante le penalizzazioni dovute alla PSA e all’inflazione che hanno pesato sugli scambi rallentandone il passo e limitando il potenziale del settore. Secondo i primi dati rilasciati da ISTAT, nel corso del 2022 le spedizioni dei salumi italiani si sono fermate a quota 197.800 ton per un totale di 1.990,9 milioni di euro, registrando una lieve flessione a volume (-0,4%), ma una crescita a valore (+7,4%). Anche le importazioni hanno mostrato una contrazione in quantità ma una crescita in valore, fermandosi a quota 48.172 ton (-6,8%) per un valore di 255,2 milioni di euro (+3,5%). Il saldo commerciale del settore è salito a quota 1.735,6 milioni di euro, in aumento (+8,1%) rispetto al 2021. Le esportazioni del comparto in termini di fatturato hanno, però, mostrato un passo più lento rispetto a quello dell’industria alimentare (+18,5%) e a quello generale del Paese (+19,9%).

Sull’andamento del nostro export a volume hanno inciso sia la Peste Suina Africana sia l’aumento dell’inflazione in Italia e nei principali mercati di riferimento. Per quanto riguarda la PSA, nonostante l’intensa attività diplomatica portata avanti dalle Autorità italiane per favorire la ripresa degli scambi commerciali con i Paesi che hanno adottato misure restrittive a seguito del ritrovamento di cinghiali infetti in Piemonte, restano ancora del tutto preclusi importanti mercati come il Giappone, la Cina o Taiwan e continuano a esserci limitazioni ai prodotti esportabili in Brasile o Serbia. Malgrado ciò, la flessione a volume dell’export salumi è stata complessivamente minima grazie alla crescita sugli altri mercati che ha compensato le mancate vendite nei Paesi che hanno vietato o limitato l’import di salumi italiani.

Questa compensazione è avvenuta soprattutto nel periodo gennaio-settembre, mentre nell’ultimo trimestre del 2022 ha prevalso un calo generalizzato dei volumi esportati. Sul fronte dei valori, la crescita è stata buona anche se la situazione si è rivelata molto delicata con riferimento ai margini, fortemente penalizzati dagli aumenti dei costi di materie prime e materie accessorie. In chiusura d’anno, poi, sono emersi segnali preoccupanti: il trimestre ottobre dicembre ha registrato un -7,2% in volume e un +4,4% in valore, certificando il passaggio da una fase di crescita a una fase di contrazione per quanto riguarda le vendite in volume oltreconfine e il rallentamento dei consumi anche sui mercati che non hanno imposto limitazioni al commercio dei nostri salumi.

Fonte: elaborazione ASSICA su dati ISTAT

Tra i prodotti bene prosciutti crudi stagionati, salami e pancette, mentre rallentano le spedizioni a volume delle altre categorie
Per quanto riguarda i prodotti, nel 2022 hanno registrato una discreta crescita le esportazioni di prosciutti crudi stagionati. Gli invii di prodotti con e senza osso, infatti, hanno evidenziato un +2,8% in quantità per un totale di 71.818 ton inviate e un +7,7% in valore per 896,5 milioni di euro. Entrambe le voci doganali che compongono la categoria hanno mostrato una crescita. Gli invii di prosciutti disossati (la voce comprende anche speck, coppe e culatelli) hanno chiuso l’anno a quota 69.244 ton (+2,8%) per un fatturato di 879,7 milioni di euro (+7,8%), mentre le spedizioni di prosciutti in osso hanno registrato un +1,8% in quantità per un totale di 2.575 ton inviate e un +2,6% in valore per 16,7 milioni di euro. Bene le spedizioni verso i Partner comunitari, che hanno registrato un +4,7% in quantità per 48.080 ton e un +9,1 in valore per 566,3 milioni di euro grazie agli ottimi risultati di Francia (+9,4% e +17,4%), Austria (+18,2% e +18,4%) e Croazia (+14,7% e +30,1%) che hanno compensato le flessioni degli altri Paesi UE, in particolare quelle di Germania (-4,2% in quantità ma -0,2% a valore) e relativamente ai soli volumi Belgio (-2,3% ma +1,0%) e Paesi Bassi (-6,6% ma +3,8%). Hanno registrato una flessione a volume, invece, le esportazioni verso i Paesi Terzi: -0,8% per 23.739 ton ma +5,3% per 330,2 milioni di euro.

Fuori dalla UE, nonostante le crescite registrate da molti importanti mercati, l’adozione dei provvedimenti restrittivi adottati a causa della PSA da alcuni importanti Paesi di riferimento, unitamente al rallentamento del Regno Unito, ha finito per determinare una contrazione dei volumi complessivamente inviati. Non sono bastati, infatti, l’ottima crescita registrata dalle esportazioni verso gli USA (+11,2% in quantità e +20,4% in valore) e gli incrementi di Canada (+19,0% e +30,2%), Svizzera (+3,2% e +11,3%), Bosnia Erzegovina (+73,9% e +95,6%) e Hong Kong (+2,6% e +10,9%) a compensare le flessioni di Regno Unito (-3,5% ma +0,5%), Brasile, Giappone e altri mercati minori. Positivo anche l’andamento delle spedizioni di salami, che hanno raggiunto il traguardo delle 44.860 ton (+3,5%) per un valore di 498,4 milioni di euro (+8,9%). Un risultato, questo, che ha beneficiato soprattutto della crescita dei mercati Extra UE che hanno registrato un +7,2% in quantità e un +12,4% in valore grazie agli incrementi importanti di Regno Unito (+7,8% in quantità e +11,9% in valore), USA (+46,7% e +61,4%) e Canada (+38,1% e +45,5%) che hanno abbondantemente compensato le flessioni di Svizzera (-3,9% ma +4,0%), Brasile, Hong Kong e Giappone.

Un contributo positivo è arrivato anche dagli invii verso la UE, che con 29.951 ton per 317 mln di euro hanno evidenziato un +1,8% in quantità e un +7,0% in valore. All’interno del mercato unico, con l’eccezione della Germania (-5,3% in quantità e -0,0% a valore), hanno chiuso in aumento gli invii verso tutti i principali mercati di riferimento: Francia (+2,1% e +8,2%), Belgio (+0,7% e +8,1%), Svezia (+5,7% e +8,4%), Austria (+4,0% e +8,5%) e Paesi Bassi (+1,3% e +6,8%). Hanno chiuso, invece, con una lieve flessione a volume le esportazioni di prosciutto cotto, fermatesi a quota 22.148 ton (-0,4%) per 179,8 milioni di euro (+7,6%). A pesare sul risultato finale è stato il rallentamento degli invii verso i Paesi terzi, che ha registrato un -8,1% a volume e un -0,6% a valore.

Fonte: elaborazione ASSICA su dati ISTAT

Oltre i confini comunitari, hanno registrato ancora una crescita gli invii verso gli USA (+6,1% e +21,5%) e, solo con riferimento ai volumi, quelli verso la Svizzera (+6,8% ma -0,2%), mentre hanno chiuso con un calo a volume le spedizioni verso il Regno Unito (-8,6% ma +1,5%) e il Canada (-2,2% ma +3,4%). Flessioni, queste, a cui si sono aggiunte quelle di Giappone (-83,4% e -85,0%) e Federazione Russa (-45,0% e -28,7% in valore). Un contributo positivo, invece, è arrivato dagli invii verso la UE che hanno registrato un +1,5% in volume e un +9,7% in valore. Nel mercato unico spiccano le crescite di Francia (+6,0% in quantità e +12,5% in valore) Polonia (+27,8% e +28,3%), Belgio (+42,7% e +35,8%) e Danimarca (+14,7% e +19,4%). Hanno chiuso in calo, invece, le spedizioni verso la Germania (-12,0% e -2,0%), l’Austria (-15,1% e -9,1%) e con riferimento ai soli volumi quelle verso la Spagna (-10,4% ma +8,2%). 2022 difficile anche per le spedizioni di mortadella e wurstel. Gli invii di questi prodotti, infatti, si sono fermati a quota 39.850 tonnellate, registrando un -6,9% a volume, pur mettendo a segno una crescita in valore (+3,9% per oltre 175,6 milioni di euro). A penalizzare la categoria è stato il calo a volume degli invii verso i Paesi UE cui si è sommata la flessione sia a volume sia a valore delle spedizioni verso i Paesi Extra UE. Le spedizioni verso la UE hanno evidenziato un -3,6% in quantità ma un +9,1% in valore.

Non sono bastate infatti le crescite di Francia (+5,5% in quantità e +14,7% in valore), Spagna (+2,2% e +12,3%), Malta (+13,0% e +18,1%) e Austria (+12,6% e +2,2%) a compensare le flessioni di Germania (-2,4% ma +2,8%), Croazia (-22,9% ma +4,2%), Grecia (-13,8% ma +1,8%), Belgio (-2,6% ma +4,0%) e altri mercati. Le esportazioni verso i Paesi Extra UE hanno chiuso con un -15,9% in quantità e un -12,0% in valore. Fuori dal mercato unico con le uniche eccezioni del Libano (+30,0% in quantità e +34,4% in valore) in crescita e per quanto concerne i valori della Bosnia Erzegovina (-2,6% ma +20,3%) tutti i principali mercati di riferimento hanno evidenziato flessioni più o meno consistenti: Serbia (-18,2% in quantità e -0,9% in valore), Kosovo (-22,0% e -9,7%) Regno Unito (-12,3% e -13,1%), Stati Uniti (-10,4% e -3,6%), Svizzera (-6,1% e -0,3%) e Canada (-17,1% e -30,3%).

Anno complesso anche per le esportazioni di bresaola che con 4.101 ton e 84,5 milioni di euro hanno registrato un -1,4% in quantità ma un +9,3% a valore. Hanno chiuso con una flessione a volume gli invii verso la UE (-3,0% in quantità ma +10,8% in valore). Nel mercato unico, bene gli invii verso la Danimarca (+10,6% e +31,9%) e l’Austria (+23,1% e +26,7%), mentre hanno registrato una flessione a volume tutti gli altri mercati di riferimento: Francia (-2,2% in quantità ma +13,6% in valore), Germania (-6,6% ma +2,1%), Spagna (-38,3% ma +6,0%), Belgio (-3,3% e +4,8%) e Svezia (-4,6% ma +3,2%). Buone notizie sono arrivate, invece, dai mercati extra UE, che hanno visto le spedizioni di bresaola superare quota 1.014 ton (+3,8%) per un valore di oltre 19,8 milioni di euro (+4,7%). Fuori dall’UE hanno evidenziato buoni risultati Emirati Arabi Uniti (+2,0% per 78 ton e +22,7% per 1,4 milioni di euro), Canada (+161,7% e +104,0%), Arabia Saudita (+16,9% e +16,6%) e Libano (+24,9% e +40,3%). Aumenti, questi, che assieme a quelli di altri mercati minori hanno ampiamente compensato le flessioni di Regno Unito (-5,5% e -0,1%) e Svizzera (-10,6% e -1,3%). Ottimo, infine, è risultato l’andamento delle esportazioni pancetta stagionata, che hanno chiuso i 12 mesi con un +7,2% per a 6.890 ton e un +8% per 66,5 milioni di euro, registrando la migliore performance con riferimento ai volumi fra le varie famiglie di prodotti. Buona la performance delle spedizioni verso l’UE, che hanno chiuso con un +5,7% in quantità e con un +11,1% in valore.

All’interno del mercato unico da evidenziare i risultati di Francia (+11,3% in quantità e +18,2% in valore), Spagna (+30,8% e +37,8%) e Irlanda (+22,3% e +14,1%). In aumento anche gli invii verso Svezia (+8,7% e +9,4%) e Paesi Bassi (+9,4% e +11,5%), mentre hanno chiuso con una flessione Germania (-16,5% e -13,5%) e Belgio (-9,8% e -3,7%). In aumento anche le spedizioni verso i Paesi terzi, che hanno registrato un incremento sia a volume (+8,4%) sia a valore (+5,5%). A trainare la crescita fuori dall’UE è stata ancora l’ottima performance degli invii verso il Regno Unito (+26,5% in quantità e +29,1% in valore), primo mercato di riferimento. Un risultato, questo, che assieme ai progressi degli Stati Uniti (+95,1% e 105,5%) e altri mercati meno rilevanti, ha più che compensato la flessione delle spedizioni verso il Canada, che ha visto gli arrivi di pancette registrare un -37,6% in quantità e un -37,4% in valore.

Fonte: elaborazione ASSICA su dati ISTAT

Export verso i Paesi UE: crescono gli invii verso Francia, Belgio e Austria, in difficoltà le spedizioni verso la Germania

Per quanto riguarda i mercati, nel 2022 hanno mostrato ancora una crescita le spedizioni dei salumi verso l’UE: +1,6% per 138.875 tonnellate e +9,2% in valore per 1.336,6 milioni di euro. Cattive notizie, sul fronte dei volumi, sono arrivate dal quarto trimestre (ottobre-dicembre) che ha registrato, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, una contrazione dei quantitativi inviati (-2,6%) ma un incremento dei fatturati (+7,5%). Fra i nostri Partner comunitari spiccano i risultati di Francia (+6,9% per 35.830 ton e +15,1% per 364,2 mln di euro), nostro principale mercato di riferimento per quanto riguarda i volumi, e Polonia (+27,6 e +28,8%). In aumento sono risultati anche gli invii verso Belgio (+1,1% per 9.178 ton e +4,9% per 112, 5 mln di euro) e Austria (+9,4% per 9.002 ton e +11,9% per 81,2 mln di euro). Hanno evidenziato un calo, invece, la Germania (-5,9% per 34.451 ton e -0,1% in valore per 372 mln di euro) e, limitatamente ai volumi, la Spagna (-0,4% per 7.369 ma +15,0% per un valore di 40,7 mln di euro), la Croazia (-12,2% per 6.378 ton ma +18,9% per 22,8 milioni di euro), i Paesi Bassi (-3,5% ma +4,8%) e la Romania (-1,8% ma +18,1%). Buone notizie sono arrivate, infine, da Svezia (+2,0% e +5,4%), Slovenia (+6,0% e +11,7%), e Malta (+13,9% e +19,2%).

Export verso i Paesi Extra UE: bene USA, Regno Unito e Canada

2022 difficile per le esportazioni verso i Paesi extra UE, che si sono fermate a quota 58.925 ton per un valore di 654,3 milioni di euro, registrando una flessione a volume (-4,7%), ma una crescita a valore (+4,0%). Sul risultato complessivo ha pesato la contrazione registrata negli ultimi due trimestri, in particolare quella del periodo ottobre-dicembre che ha evidenziato un -16,6% in quantità e un -1,6% in valore rispetto allo stesso periodo del 2021. Non sono bastati, infatti, l’ottimo risultato degli USA e la crescita dell’export verso il Regno Unito a colmare il gap determinato dalle chiusure parziali o totali di alcuni importanti mercati di riferimento a causa della PSA. Fra i Paesi terzi hanno registrato, dunque, un’importante crescita le spedizioni verso gli Stati Uniti, che hanno raggiunto quota 17.508 ton (+9,7%) per un valore di 212,6 milioni di euro (+20,7%), un risultato, questo, che si è però affievolito proprio sul finire dell’anno a causa della contrazione registrata nel 4° trimestre (-14,6% a volume e +3,7% a valore rispetto allo stesso periodo 2021). Nel Nord-America ha messo a segno un importante aumento anche l’export verso il Canada che ha registrato un +11,1% in quantità e un +17,0% in valore. Discreto l’andamento delle spedizioni verso il Regno Unito che hanno evidenziato un +3,5% in volume e +7,0% in valore con arrivi di salumi italiani per 16.863 ton per 190,2 mln di euro. In contrazione a volume sono risultate, invece, le esportazioni verso la Svizzera, che nel corso dei dodici mesi passati hanno registrato un -2,0% in quantità per 5.594 ton, ma un +5,1% in valore per 95,7 mln di euro. Risultati incoraggianti sono arrivati inoltre da Bosnia Erzegovina (+11,3% e +52,3%), Norvegia (+6,4% e +11,1%) e Libano (+16,8% in quantità e +42,3% in valore). Hanno chiuso, infine, con una flessione Brasile (-19,2% e -29,7%), dove a causa della PSA è possibile esportare solo prodotti a base di carne suina cotti e stagionati per un periodo minimo di 6 mesi; Hong Kong (-13,9% e -6,4%) e Repubblica Sudafricana (-63,2% in quantità e -60,7% in valore), penalizzata anch’essa dalle restrizioni relative alla PSA e dal divieto di importazione dei prodotti a breve stagionatura. Si sono, inoltre, progressivamente azzerati gli invii verso il Giappone a causa del divieto di importazione dei prodotti a base di carne suina confezionati dopo la “safe date” del 13 dicembre 2021. Ha registrato una contrazione importante, infine, anche l’export verso la Federazione Russa (-60,7% in quantità per 56 ton e -53,5% in valore per 444 mila euro) dove, dal 2014 le esportazioni sono limitate al codice 1602 a causa dell’embargo.

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