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Rapporto annuale

Ogni anno L'industria delle Carni e dei Salumi pubblica il "Rapporto annuale", un'analisi complessiva della politica settoriale, delle attività dell'Associazione e dello scenario economico del settore. Il "Rapporto annuale" è costituito da diverse sezioni. Una prima parte è dedicata ad ASSICA, i suoi scopi, gli organi e le cariche associative, la struttura operativa. La seconda è dedicata alla politica settoriale e alle attività dell'Associazione, con le tante iniziative svolte, in Italia e all'estero. La terza presenta lo Scenario economico mondiale, europeo e italiano, i dati del settore e un'analisi approfondita delle dinamiche dell'anno. La quarta ed ultima riporta invece una completa Appendice Statistica, con dati sui prezzi, sulla produzione ed il consumo, con un focus sui principali indicatori economici del settore e della produzione industriale.
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ABSTRACT 2023 (22 pagine)

GLI APPROFONDIMENTI

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01. LETTERA DEL PRESIDENTE
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PAG.7
02. L'ASSOCIAZIONE
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PAG.8
03. ATTIVITA' E SFIDE FUTURE
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PAG.14
04. SCENARIO ECONOMICO
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PAG.80
05. APPENDICE STATISTICA
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PAG.102
RAPPORTI ANNUALI PRECEDENTI

Dati economici

Assemblea ASSICA: dati produzione ed export 2023

La produzione dei salumi italiani ha evidenziato nel 2023 una contenuta crescita in quantità e ha chiuso i dodici mesi attestandosi a 1,151 milioni di tonnellate da 1,143 dell’anno preceden­te (+0,7%).  In robusto aumento è risultato il valore del­la produzione salito a circa 9.168 milioni di euro (+7,2%) da 8.553 milioni del 2022, spinto dall’inflazione e dagli aumenti dei costi di produzione, in particolare della ma­teria prima. In merito ai singoli salumi, nel 2023, la produzione di prosciutti crudi stagionati, ha evidenziato una consistente flessione a volume, dopo quella più contenuta del 2022, attestandosi a 266.600 ton (-4,3%) ma una crescita a valore (+3%) per un totale di circa 2.402 milioni di euro. La flessione dei prosciutti crudi è riconducibile sia alla minore domanda interna compressa dagli aumenti dei prezzi dovuti al forte incremento dei costi della materia prima sia alla flessione della domanda estera penalizzata dalle chiusure e limitazioni dovute alla PSA. In aumento è risultata, invece, la produzione di prosciutto cotto, salita a 292.800 ton (+1,0%) per 2.280 milioni di euro (+7,7%) grazie ad una domanda interna che si è confermata solida e al buon risultato della domanda estera. La quota di prosciutti crudi e cotti, prodotti leader del settore, ha evidenziato un peggioramento sia in quantità sia in valore rispetto all’anno precedente attestandosi al 48,6% dal 49,7% del 2022 per quanto riguarda i volumi e fermandosi a quota 51,1% dal 52% dell’anno precedente con riferimento ai fatturati. Tendenza molto positiva anche per la produzione di mortadella, salita a 176.900 ton (+4,1%) per 866,3 milioni di euro (+11,0%), grazie al buon andamento sia della domanda interna sia di quella estera. In forte calo è risultata, invece, la produzione dei wurstel, scesi a quota 57.600 ton (-7,8%) per un valore di circa 191,2 milioni di euro (-4,6%). Nel 2023 è tornata a crescere la produzione di speck che si è attestata a quota 31.700 ton (+1,1%) per un valore di 357,4 milioni di euro (+5,2%). In buona crescita, poi, è risultata anche la produzione di salame, con 126.900 ton (+1,3%) per un valore di 1.267 milioni di euro (+9,1%). Un contributo positivo alla crescita della categoria è arrivato ancora dalla domanda estera oltreché dal buon andamento dei consumi interni. In aumento anche la produzione di coppa con 39.400 ton (+1,9%) per 351,6 milioni di euro (+8,0%) mentre la pancetta ha chiuso l’anno in flessione a volume perché ha visto la produzione fermarsi a quota 44.700 ton (-1,1%) per un valore di 248,1 milioni di euro (+4,9%).  Infine, è risultata in calo la produzione di bresaola che ha chiuso l’anno con un -2,3% in quantità per 26.900 ton e un -0,3% in valore per 481,7 milioni di euro, penalizzata dalla flessione sia dei consumi interni sia della domanda estera. BUONA CRESCITA PER LE ESPORTAZIONI DI SALUMI Secondo i dati rilasciati da ISTAT, nel 2023 le spedizioni dei salumi italiani sono salite a quota 206.859 ton (+6,2%), raggiungendo l’importante traguardo dei 2.157,6 milioni di euro (+8,7%). Una crescita, questa, che anche escludendo la voce Carni di suino salate e in salamoia sulla quale grava un errore relativo ai quantitativi esportati, rimarrebbe positiva e solida riducendosi a un +4,8% in volume e rimanendo invariata in valore (+8,7%). TRA I PRODOTTI BENE MORTADELLA, SALAMI E PROSCIUTTI COTTI Per quanto riguarda i prodotti, il 2023 è stato un anno in salita per le esportazioni di prosciutti crudi stagionati, che si sono fermate a quota 68.658 tonnellate per 925,6 milioni di euro, registrando un -1,7% in quantità ma un +4,6% in valore. Entrambe le voci doganali che compongono la categoria hanno evidenziato una flessione a volume seppure a fronte di andamenti diversi a valore. Gli invii di prosciutti disossati (la voce comprende anche speck, coppe e culatelli) si sono fermati a quota 66.663 ton (-1,2%), ma hanno registrato un incremento a valore con un fatturato di 911,5 milioni di euro (+5,0%). Le spedizioni di prosciutti in osso, invece, hanno evidenziato un -17,9% in quantità per 1.994 ton e un -16,1% in valore per circa 14,1 milioni di euro. In robusta crescita le esportazioni di salami che con 47.491 ton e 567,2 milioni di euro hanno evidenziato un +7,5% in quantità e un +13,9% in valore grazie ai progressi fatti sia sui mercati UE sia sui mercati Extra UE. Ottima crescita per mortadella e wurstel: la categoria, con invii pari a 44.352 tonnellate per un valore di circa 213,6 milioni di euro, ha messo a segno un +13,1% in quantità e +20% in valore, evidenziando la migliore performance tra i prodotti. Molto buona la performance del prosciutto cotto, che con 23.710 ton per 201,9 milioni di euro ha chiuso il 2023 con un +6,1% in quantità e un +12,2% in valore. In calo per le esportazioni di pancetta stagionata, che con 6.787 ton per 66,3 milioni di euro hanno registrato un -2,1% in quantità e un -0,7% a valore.   EXPORT VERSO I PAESI UE: CRESCONO GLI INVII VERSO TUTTI I PRINCIPALI PARTNER COMMERCIALI Per quanto riguarda i mercati, nel 2023 hanno mostrato un’ottima crescita le spedizioni dei salumi verso l’UE: +8,8% per 147.831 tonnellate e +10% in valore per 1.464,2 milioni di euro. Un risultato questo che anche escludendo la voce Carni di suino salate e in salamoia, oggetto di revisione da parte di ISTAT, rimarrebbe più che buono registrando un +6,7% a volume e un +10% a valore. All’interno della UE ha chiuso con una buona crescita l’export verso la Francia: +6% per 38.172 ton e +10,2% per circa 400 mln di euro. Il Paese si è così confermato primo mercato di destinazione a volume davanti alla Germania, rimasta al primo posto per quanto riguarda i fatturati. In robusto aumento sono risultate anche le spedizioni verso la Germania che con 35.581 ton per 400,4 mln di euro ha registrato un +5,1% in quantità e un +7,9% in valore. Ottima la performance delle esportazioni verso il Belgio (+12,9% per 10.165 ton e +10% per 120,9 mln di euro); positivi i risultati di Austria (+2,1% per 8.022 ton e +7,7% per 81,9 mln di euro), Spagna (+8,7% in volume e +13,9% in valore) e Croazia (+3,6% per 6.544 ton e +18,4% per 26,4 milioni di euro). Importanti, infine, gli incrementi di Polonia (+22,8% e +21,8%); Paesi Bassi (+10,2% e +10%), Romania (+28,2% e +25,5%), Malta (+31,9% in quantità e +22,9% a valore) e Danimarca (+23% e +11,7%); mentre hanno chiuso con risultato più modesto gli invii verso la Slovenia (+0,3% e +10%) e con una flessione a volume quelli verso la Svezia (-3,6% in quantità ma +1,2% a valore). EXPORT VERSO I PAESI EXTRA UE: IN CALO USA, REGNO UNITO E CANADA, MA CRESCONO GLI ALTRI MERCATI Un 2023 fra luci e ombre per gli scambi con i Paesi extra UE, che con invii di salumi italiani per 59.029 ton e 693,4 milioni di euro hanno registrato un +0,3% a volume e un +6% a valore, un risultato, questo, che eliminando la voce carni di suino salate e in salamoia registrerebbe solo un lieve ritocco (+0,4% in volume e +6% in valore). Nel corso del 2023 hanno registrato un calo a volume le esportazioni verso gli Stati Uniti, fermatesi a quota 16.844 ton (-3,8%) per un valore di 220,3 milioni di euro (+3,6%). Hanno chiuso in flessione in quantità anche le spedizioni di salumi verso il Regno Unito (-1% in volume ma +8,2% in valore con arrivi di salumi italiani per 16.610 ton e 205,7 mln di euro), quelle verso il Canada (-1,9% in quantità ma +6% in valore) e verso la Svizzera (-1,3% in quantità ma +1,8% in valore con arrivi per 5.514 ton e 97,3 mln di euro). Hanno mostrato, invece, una crescita gli invii verso il Libano (+48,1% quantità e +60,6% in valore), la Serbia (+10% e + 14,7%), la Repubblica Sudafricana (+42,4% in quantità e +61,2% in valore), Hong Kong (+7,2% e +15,3%), la Bosnia Erzegovina (+12,2% e +56,1%), la Norvegia (+1,3% e +1,7%) e molti altri mercati sui quali la presenza dei nostri salumi è ancora limitata. Infine, hanno chiuso in calo a volume il Brasile (-3,3% ma +2,3%) e la Federazione Russa (-1,7% in quantità per 55 ton ma +21,2% in valore per 529 mila euro) dove, dal 2014 le esportazioni sono limitate al codice 1602 a causa dell’embargo.

Assemblea ASSICA: presentati i dati economici 2023

Durante l’Assemblea annuale di ASSICA (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente a Confindustria), che si è svolta oggi a Bologna, sono stati presentati i dati economici del settore per l’anno 2023: anno con una contenuta crescita dello 0,7% in quantità nella produzione dei salumi, dopo la flessione registrata nel 2022, attestandosi a 1,151 milioni di tonnellate da 1,143 dell’anno precedente 2022 . In crescita del 7,2% il valore della produzione, salito a circa 9.168 milioni di euro da 8.553 milioni del 2022, spinto dall’alta inflazione e dagli ingenti aumenti dei costi aziendali, in particolare della materia prima carne. L’insieme delle produzioni del settore (comprese le lavorazioni dei grassi e delle carni bovine in scatola) ha presentato un fatturato di 9.498 milioni di euro, superiore (+6,6%) a quello del 2022 (8.907 milioni di euro). Il settore, non ancora ripresosi dai forti rincari delle commodity agricole e dagli alti prezzi dell’energia che avevano caratterizzato gran parte del 2022, nel 2023 ha dovuto affrontare i forti aumenti della materia prima, sia nazionale sia estera, e la diffusione della PSA sul territorio nazionale. Purtroppo, l’aumento dei casi riscontrati nel nostro Paese durante l’anno 2023 non solo ha pesato sull’export verso i Paesi Terzi, causando ulteriori chiusure e forti limitazioni adottate da alcuni Stati Extra UE, ma ha anche ostacolato la ripresa della produzione suinicola nazionale, comprimendo l’offerta di carne disponibile e spingendo verso l’alto i prezzi.  I prezzi della materia prima, infatti, sono rimasti molto alti, e per alcuni tagli si sono raggiunti i valori più elevati mai registrati nella storia del nostro settore. E questo per tutto il 2023, a causa della bassa offerta di carni suine in Italia e in Europa. In conseguenza di ciò, oltre ad altri aumenti quali ad esempio i tassi di interesse, sono fortemente aumentati i costi di produzione, nonostante il ridimensionamento della bolletta energetica” - ha affermato il presidente Lorenzo Beretta. Ciononostante, il 2023 ha registrato anche un’importante crescita nell’export dei salumi italiani. Secondo i dati rilasciati da ISTAT, le spedizioni dei salumi italiani sono salite a quota 206.859 ton (+6,2%), raggiungendo l’importante traguardo dei 2.157,6 milioni di euro (+8,7%).  Nel corso del 2023 hanno mostrato una crescita anche le importazioni di salumi, salite a 49.922 ton (+8,8%) per un valore di 296,3 milioni di euro (+16,4%). Il saldo commerciale del settore è così salito a quota 1.861 milioni di euro, in aumento (+7,6%) rispetto al 2022. Le esportazioni del comparto, in termini di fatturato, hanno mostrato un passo più veloce sia rispetto a quello dell’in­dustria alimentare (+6,6%) sia, soprattutto, a quello gene­rale del Paese (+0,1%). In un contesto, caratterizzato da un elevato grado di incertezza e da oggettive difficoltà burocratiche, il settore ha dato grande prova di resilienza, cercando nuovi mercati di sbocco e adeguando le produzioni alle necessarie procedure imposte dai Paesi che hanno subordinato la possibilità di im­portare i salumi italiani a specifiche condizioni. Grande rispetto e grande plauso va dato a tutte le aziende che nonostante queste ulteriori difficoltà hanno continuato ad ottenere successi e traguardi nei diversi mercati esteri e hanno permesso di ottenere questi risultati.  Un grande lavoro, questo, che è proseguito con successo anche nel primo trimestre del 2024, ma che rischia di essere vanificato dall’avanzamento della PSA. Il ritrovamento di un cinghiale infetto nei territori delle colline non lontane da Parma a fine aprile, infatti, ha fatto scattare enormi limitazioni all’export verso Canada ed USA, Paesi extra UE di grandi dimensioni, dove stavamo registrando le migliori performance di crescita degli ultimi anni per i prodotti a breve stagionatura”- ha proseguito il Presidente Beretta. Nel complesso del 2023, la disponibilità totale al consumo nazionale di salumi è stata di 996,5 mila ton (+0,2%). Il consumo apparente pro-capite si è attestato intorno ai 16,7 kg, in linea con il 2022 (+0,2%). Considerando l’insieme dei salumi e delle carni suine fresche, il consumo apparente pro-capite è sceso a 28,1 kg (-1,2%), penalizzato dalla flessione dei consumi di carne suina fresca (-3,3% per 11,3 kg). Per quanto riguarda i consumi interni, le famiglie italiane hanno dovuto fare i conti con un calo del potere d’acquisto, eroso dall’aumento dei prezzi, soprattutto di energia e generi alimentari, e dalla crescita del costo del denaro.  Per far fronte quindi alla minor disponibilità di spesa, i consumatori sono stati particolarmente attenti al risparmio, modificando tipologia di prodotti comprati e canali di acquisto e prestando attenzione anche allo spreco. Purtroppo il 2024 si è aperto con un calo dei consumi in quantità e con un modesto incremento a valore, segno evidente che l’attuale situazione di alti costi non è sostenibile né per le imprese, né per i consumatori” – ha concluso Beretta. Con riferimento alle singole categorie di prodotti per il 2023, i consumi apparenti dei prosciutti crudi stagionati sono scesi a 212.300 ton (-3,4%); quelli di prosciutto cotto sono saliti a quota 278.300 ton (+0,8%). Sono risultati in aumento anche i consumi di salame, attestatisi a 85.500 ton (+0,8%), mentre sono risultati in calo quelli di mortadella e wurstel (-1,7% per 198.700 ton) penalizzati dal forte calo dei wurstel. La mortadella, infatti, ha registrato un aumento della disponibilità al consumo di circa il 2%. Hanno evidenziato un ridimensionamento anche i consumi di bresaola scesi a 23.500 ton dalle 24.000 dell’anno precedente (-2,0%), mentre sono aumentati quelli degli “altri salumi”, attestatisi a 198.100 ton. (+5,8%). La struttura dei consumi interni ha così visto al primo posto sempre il prosciutto cotto, con una quota pari al 27,9% del totale dei salumi, seguito dal prosciutto crudo al 21,3%, da mortadella/wurstel al 19,9%, dal salame all’8,6% e dalla bresaola al 2,4. Chiudono gli altri salumi al 19,9%.
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